Non accade tutti i giorni che ben 16 persone, dopo un impegno formativo durato quattro anni, entrino in giovani coppie di sposi a far parte dell’Ordine francescano secolare; e questo durante una solenne cerimonia celebrata nella domenica del Cristo Re nella imponente basilica di Santa Maria degli Angeli, gremita di gente, e con un coro di cantori guidati da Stefania Tofi, voce da soprano e ottima “bacchetta”.
Avevano tutti gli occhi umidi, sia i professandi-novizi, sia le centinaia di fratelli provenienti da tutte le fraternità dell’Umbria. Fratelli e sorelle che hanno ricevuto la Regola di San Francesco per mano della ministra regionale Maria Blasucci Ciri, assistita durante il rito da fra Bruno Ottavi provinciale Ofm, dal parroco di S.M. degli Angeli e assistente Ofs fra Francesco De Lazzari e dall’assistente regionale Ofs fra Francesco Santinelli (Ofm Conv).
I sedici nuovi “secolari”, alcuni dei quali con prole oltre la…media nazionale e in età scolare, meritano di essere qui elencati. Sono: Andrea Ascani, Annamaria Capriello, Barbara Cirillo, Marco Ducri, Ambrogio Fabozzi, Luciano Ilardi, Cinzia Lilli, Andrea Matterazzo, Catia Paliani, Silvia Pangolino, Anna Rapicetta, Luciana Rella, Serena Rossi, Massimiliano Segoloni, Giovanna Sollitto, Giuseppe Stirone. Tutti hanno dichiarato: “Poiché il Signore mi ha dato questa grazia, rinnovo le mie promesse battesimali e mi consacro al servizio del suo Regno”. Vivranno nello stato secolare il Vangelo di Gesù Cristo nell’Ordine francescano e ne osserveranno la Regola per la perfezione della carità cristiana.
Durante il pomeriggio nella sala “Perfetta Letizia” della Domus Pacis oltre cento convenuti hanno assistito alla relazione di fra Marco Asselle (Ofm) incentrata sulla enciclica “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI e a quella del consigliere nazionale ofs Ettore Valzanìa, incaricato della formazione, che ha dato una forte testimonianza della attualizzazione del carisma francescano. Entrambi sono stati presentati dal vice ministro regionale Alberto Ridolfi (“La carità non è solo un fare, ma è capire la verità delle cose in Gesù per il Progetto di Dio: lo aveva ben compreso Francesco!”).
L’unità organica e strutturale dell’Ofs è ormai una vivace e “produttiva” realtà all’interno della Chiesa istituzionale. Anche il ministro provinciale dei frati Minori Bruno Ottavi ha voluto rincarare questa nuova ed esaltante opportunità che è data non solo ai secolari – egli ha detto – ma anche ai frati del primo Ordine, cui spetta vigilare mediante l’ “altius moderamen” sul corretto cammino unitario di tutte le Obbedienze (Minori, Conventuali, Cappuccini, Tor) così come nel suo recente decreto ha chiesto severamente e definitivamente il Santo Padre.
Ci sono state due testimonianze forti: dal “sì” piccolissimo di oggi – hanno sostanzialmente detto – essi desiderano arrivare al Sì più grande: quello offerto da un Dio misericordioso che offre il Suo perdono e che non lascia nessuno in solitudine. Anche il padre Santinelli, che assiste la fraternità di San Francesco in Foligno si è dichiarato “emozionato” per la straordinaria giornata vissuta con i fratelli. “Questo convegno si fa – egli ha detto – nel contesto della spiritualità di Santa Elisabetta e ha più volte sottolineato che l’Ofs non è un movimento devozionale, ma un Ordine radicato nel territorio e vivo in tutto il mondo.
Maria Blasucci Ciri, proseguendo in collaborazione con il viceministro Alberto Ridolfi,, nel suo impegno di promozione e “rilancio” delle fraternità locali, ha comunicato che si sta costituendo un altro gruppo di 15 fratelli che si accingono ad entrare nella fraternità di Farneto a Perugia.
Marco Asselle, frate economista-teologo, ha scavato a fondo nella “Caritas in Veritate”, illustrandone le connessioni ideologiche e culturali che la legano alle precedenti encicliche sociali di Leone XIII, Paolo VI e Giovani Paolo II. La globalizzazione – ha detto – ci ha resi tutti più vicini, ma purtroppo molto meno fratelli. Ha poi ricordato l’esperienza esaltante di Francesco in missione dal Sultano per parlare del “Dio che unisce”. Quindi ha chiarito la differenza che corre tra il medievale “Monte” e la moderna, asettica Banca. Il primo, nato per creare solidarietà; la seconda per vivere di finanza virtuale ma anche di oscuri e talvolta inumani “interessi”. Per Asselle la povertà crea solitudine ed ha un nemico: il denaro tesaurizzato. Inoltre, la vera questione e quella della adozione di una vera giustizia sociale, specialmente nel mondo operaio e in quello pensionistico.
Ettore Valzanìa ha alternato momenti di vera empatia con attimi di raffinato senso dell’umorismo. Ha fatto capire, con esempi da lui stesso vissuti e iniziative adottate nella sua Emilia Rognana, che il lavoro sta alla base della dignità dell’uomo; e che nessuno deve essere lasciato nell’angoscia della inoccupazione. Dalle sue parti hanno inventato la “Cooperativa sociale francescana”. Si sono specializzati nella “mediazione del conflitto” incuneandosi tra le solitudini e incomprensioni della società civile, dove talvolta anche la chiesa ufficiale è inesistente. Sono impegnati nella creazione di un nuovo umanesimo secondo le indicazioni di Giovanni Paolo II. Vanno a cercare le persone, si propongono alle istituzioni, dalla scuola alle amministrazioni comunali. Attraverso la loro mediazione sociale sono diventati credibili e diffusori di fiducia. Insomma, portano la pace. La gente ha finito per credere in loro, e vivono l’esaltante esperienza in crescendo. Sono chiamati dalle aziende ed ottengono perfino appalti importanti. Per Valzanìa si tratta di dare alla vocazione entusiasmo ed energia: per dare al mondo francescani che vivono la spiritualità dal basso, offrendo uomini maturi, fratelli maturi, testimoni maturi. Applausi scroscianti.
Aristide Radicchi
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