Alla sequela di Gesù, Francesco si rifugia nel deserto, quaranta giorni e quaranta notti nell’isola Maggiore del lago Trasimeno, all’epoca disabitata. Era la Pasqua 1211 quando, la notte del mercoledì delle ceneri – sembra che fosse il 16 febbraio – decise di farsi trasportare con una piccola barca nell’isola deserta; nessuno dei suoi sapeva dove fosse; ritornò a terra il giovedì Santo, e fu Pasqua il 3 aprile. Durante la traversata, al lume di candela, riesce con la preghiera a sedare il vento e una tempesta.

Quaranta giorni “sanza mangiare, sanza bere”, per scacciare il veleno della vanagloria; in silenzio, per discernere la volontà del suo Signore. La tradizione narra che scese sugli scogli  in zona sud-est, visitò la piccola cappella sulla sommità, dedicata a Maria Santissima ( oggi abside della chiesa di San Michele,  il cui altare in pietra è  ancora dell’anno mille). Molti Francescani del Terzo Ordine, provenienti dall’Umbria, dalla Toscana, qualcuno dalle Marche, hanno voluto ricordare quella penitenza e si sono ritrovati qui, sulle orme di Francesco,  il 10 aprile, durante la Quaresima 2011,  esattamente dopo ottocento anni.

Dai Fioretti- al capitolo VII – possono apprendere l’esperienza effettuata dal Serafico Padre.

Hanno trascorso l’intera giornata come lui in silenzio e in preghiera, ma i momenti forti , a parer mio, sono stati due: alle 14:45 il gruppo, recitando la coroncina della Misericordia si è diretto presso lo scoglio dove il Santo sbarcò quel mercoledì; nel luogo è possibile oggi scorgere una sorgente di acqua limpida, una piccola grotta dove si rifugiò e  una bella statua di bronzo del Santo di Sisto Zanetti , scultore terziario, che sembra abbia affermato: “l’ho fatto giovane, perché l’ideale di vita di Francesco è sempre giovane”. Alle 16:30 si recitano i vespri nella chiesa di San Salvatore, poi arriva L’Arcivescovo di Perugia – S.E. Gualtiero Bassetti – che ha chiesto di partecipare alla  giornata, per celebrare la Santa Messa e ha salutato così i partecipanti: “Sono un terziario francescano dal 1958, c’è qualcuno fra di voi che lo è da prima di me?” Nessuno alza la mano, … sono presenti  anche giovani della Gifra, però parte un’ovazione e un grande applauso.
Ha raccontato la vicenda narrata dai Fioretti al capitolo VII,  ripresa da Celano e San Bonaventura, poi nell’omelia  commentato il Vangelo che parla della risurrezione di Lazzaro e sottolinea l’umanità di Gesù che piange per la morte dell’amico; la fragilità della fede di Marta e Maria ( “se tu fossi stato qui…”);  la preghiera e il ringraziamento al Padre di Gesù ( senza preghiera, senza abbandono non si cresce); la collaborazione di Lazzaro,…ti restituisco la vita, ma tu “vieni fuori”; il sostegno e il supporto dell’intera Comunità che non lo lascia solo…lo scioglie, lo libera dalle bende, lo accoglie di nuovo. La temperatura era estiva, il paesaggio molto bello, la giornata veramente memorabile, anche perché trascorsa in compagnia di due carissime  sorelle: Graziella Mengana e Maria Ciri!  Quest’ultima mi dice: “prendi degli appunti e prepara un articolo- resoconto”.  Un grazie di cuore a tutti i fratelli che hanno organizzata questa bella giornata di fraternità; un grazie grande a Maria : ci manchi tanto, “vieni fuori” e collabora, prima che puoi; che il Signore lo voglia presto.
Maura.

(fraternità “Beata Angela” Foligno)