ha riconfermato suor Rosachiara Trequattrini
abbadessa del monastero della SS. Annunziata. Suor Chiara Manuela Bassi è stata riconfermata vicaria e Chiara Nazarena Rotilossi discreta.
“Il Capitolo elettivo è un tempo forte e impegnativo della vita di una comunità claustrale, in quanto decisionale – spiega l’abbadessa suor Rosachiara -. Ma è anche momento di gioia perché la concordia che ci abita si fa più concreta e tangibile quando, guardando alle singole sorelle, si ricerca insieme il bene comune, nel desiderio di rispondere con una testimonianza viva alla nostra specifica vocazione di Clarisse: essere nell’oggi come santa Chiara in questa porzione di Chiesa che è la nostra amata diocesi”.
Il Capitolo elettivo è certamente un tempo di verifica, di confronto con il Vescovo diocesano, e di programmazione. “La grazia del Signore che aiuta a vedere il cammino fatto con i suoi occhi misericordiosi – aggiunge suor Rosachiara -, accresce la forza e la gioia per proseguire questa nostra particolare sequela evangelica con slancio e generosità”.
“Profondamente e sinceramente grate a quanti si prendono cura di noi spiritualmente e materialmente – conclude l’abbadessa -, ci sentiamo di rispondere a così tanto bene riversato su di noi con rinnovato impegno nella preghiera di intercessione per tutti perché il Padre delle misericordie ricolmi ognuno della sua benedizione”.
In un clima di serenità e tranquillità il Capitolo si è concluso con la celebrazione presieduta dal vicario episcopale per la pastorale mons. Piergiorgio Brodoloni. Le Sorelle Povere di santa Chiara – questo il nome dell’Ordine – vivono in fraternità e povertà nel monastero di Collerolletta a Terni, in una comunità composta da dieci suore dai 45 agli 86 anni. La fraternità viene vissuta nella quotidianità dei tempi scanditi dalla preghiera e nella comunione che dono dell’altro. Una “spiritualità di comunione” basata sull’accoglienza e il dialogo, propria del carisma francescano. Un vivere totalmente radicati in Dio e di abbandono all’amore dello Spirito santo. Una vita che richiama ad una dimensione più profonda, che non è nell’ordine del “fare” ma dell’“essere” e che genera una diversa fecondità spirituale.
Elisabetta Lomoro (fonte “La Voce” dell’Umbria)
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