Il 13 ottobre ricorderemo il primo anniversario della “nascita al cielo” del Terziario Francescano e Maestro d’arte GIANNINO SAGRATI. La sua vita, 65 anni, è stata travagliata e difficile, passata attraverso mille esperienze positive e negative, e approdata solo nell’ultimo quindicennio alla Luce che gli ha dato sollievo e pace, unitamente al “prendere la Croce” e seguire il Signore. Si possono raccogliere in tre tappe la vita di Giannino:
l’infanzia e la giovinezza vissuti a Montecarotto nelle Marche, la vita da adulto con la formazione di una famiglia, la vita con l’Opera Don Guanella e la “Conversione” al Francescanesimo fino alla consacrazione laicale nel terz’Ordine Francescano dei Minori. E’ su questa ultima tappa della vita di Giannino che vorrei soffermare la mia riflessione e testimonianza. Ho conosciuto Giannino nel 1990, poco dopo essere approdato a Cerqueto per lavorare nell’Istituto “Don Guanella” di S. Elena. Con i Guanelliani fin da giovane aveva avuto un rapporto educativo e di assistenza. Il nostro primo incontro fu una richiesta di dipingere una pergamena per il Santo Natale con le parole del prologo di San Giovanni: il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Me lo ha presentato un mio parrocchiano che gli aveva dato la sua casa colonica per abitarci. Fece il lavoro a regola d’arte e come compenso chiese solo qualcosa da mangiare. Era secco, trasandato, poco vestito e con un vecchio motorino come mezzo di trasporto. Mi fece una grande pena. Gli feci una generosa offerta, lo ringraziai e lo salutai. Ci ritrovammo poco tempo dopo per altri piccoli lavoretti sempre nell’ambito artistico come pittore. In questo periodo si ha la svolta decisiva e definitiva della vita di Giannino: conosce San Francesco, ne approfondisce la vita e la spiritualità e diventa Terziario Francescano. L’entusiasmo e la gioia del “tesoro trovato” lo porta a farsi promotore della spiritualità Serafica; fa un corso per la preparazione dei nuovi terziari e ne porta ben undici alla professione in Santa Maria degli Angeli. Con quanta cura, preparazione e serietà preparava e svolgeva le Catechesi. Insieme alla Ministra di Fraternità si fece animatore della piccola Fraternità organizzando giornate di approfondimento, ritiri, pellegrinaggi e visite a Monasteri e Conventi. Un piccolo momento di “gloria” e “gioia” per tutta la fraternità, e la fama del gruppo arrivava fino al Consiglio Regionale. Questi anni, durati fino a quando la malattia non lo ha sfinito, sono stati i più belli e fecondi della sua vita. Dopo tante delusioni, fallimenti e prostrazioni aveva trovato la “pace e il bene” come augurava sempre San Francesco. Fu preso in questo arco, ultimo della sua vita, da uno “zelo per la casa di Dio” da mettersi con obbedienza e umiltà a sevizio della Chiesa, a fianco di un Sacerdote anziano, malato e senza gambe. Si è prodigato instancabilmente perché la Casa di Dio fosse bella, adorna, ricca di “Anime” assetate della Parola e della Grazia del Sacramento dell’Eucarestia. A questo scopo si è formato e divenuto “Ministro straordinario dell’Eucarestia”. Con questo ministero ha visitato ammalati che confortava con la Preghiera e il “Pane Eucaristico”, animava la Liturgia che preparava con competenza e cura, preparava i fanciulli al primo incontro con Gesù Eucaristia, e i ragazzi alla Maturità Cristiana con il Sacramento della Confermazione. Un dono grande che Dio aveva fatto a Giannino era la passione-amore per l’arte, soprattutto quella pittorica. Con quanto amore e cura dipingeva Icone e soggetti sacri, l’arredo liturgico come restauri di candelieri e tabernacoli. Ma la sua passione più grande era, come il serafico Padre San Francesco, la rappresentazione della Nascita di Gesù: il Presepio. Quanti ne ha realizzati nelle Chiese Parrocchiali, quanti piccoli e grandi per le Famiglie da mettere nelle loro case. San Francesco lo ha amato e circondato del suo amore, e lui, Giannino, si è fatto imitatore di Francesco trovando un cuore buono, generoso, testardo, ma sempre obbediente alla volontà di Dio. Da solo che era quando lo ho incontrato la prima volta, al suo saluto dalla vita di questo mondo, una quantità enorme di Amici ed estimatori lo hanno pianto e ringraziato per aver donato a tutti, con semplicità e letizia francescana, un po’ di “Pace e Bene”, quella stessa che nella gratitudine e riconoscenza nella Preghiera chiediamo per Lui.
Don Marco Pomara – parroco di San Valentino.
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